Tipologia
- Fondo
Contenuto
- Il fondo è costituito da una serie di 80 immagini, conservate originariamente in un album di 20 pagine in cartoncino non numerate con copertina in pelle (formato 26,5 x 35,5 cm), scattate in Africa Orientale e acquistate probabilmente sul mercato locale. Sono pertanto una raccolta fotografica che non trova riscontri nelle esperienze del donatore o dei familiari. Le immagini ritraggono per lo più reparti indigeni inquadrati nelle forze coloniali italiane, riprendendo scene di addestramento all’uso delle armi, carovane e accampamenti; non mancano fotografie relative ad autorità militari e politiche etiopi (es. il figlio del Rais Gugsa, forse il degiac Abebè(?) e alcuni dignitari). Le fotografie non presentano didascalia, titolazioni originarie o datazione ma si riferiscono tutte alla spedizione organizzata dal barone Raimondo Franchetti in Dancalia (regione che comprende parte dell’Eritrea e dell'Etiopia) tra il novembre 1928 e il giugno 1929 e considerata all’epoca una delle grandi esplorazioni coloniali italiane nel Corno d’Africa. Franchetti esplorò la regione compresa tra le coste dell’Eritrea fino all’Acrocoro etiopico, da Assab a Mai Ceu, per poi attraversare il deserto dancalo fino alla costa. Le immagini furono in parte realizzate dall’operatore Craveri dell’Istituto LUCE.
Unità di conservazione
- Unità di conservazione
- ALBUM
- Numero / i
- 415
Storia istituzionale/Biografia
- Giacomo Gnutti nacque nel 1891 a Lumezzane (BS) e morì nel 1965. Apparteneva ad una famiglia industriale, il cui nonno, anch'egli Giacomo, fondò nel 1860, a Lumezzane (BS), la Fabbrica Italiana d’Armi. Nel 1893, l'attività fu proseguita dal padre di Giacomo, Serafino (n. 1863) e dallo zio, Andrea, che rinominarono la ditta in Serafino e Andrea Eredi Gnutti; fu la prima fabbrica italiana di armi e accessori da guerra, da scherma, da duello, da teatro e di lusso. Serafino insieme con Andrea si dedicarono ad ampliare l'attività, mirando alla trasformazione della produzione artigianale di armi bianche e di ferramenta in lavorazione in serie.
Serafino si sposò con Teresa Nember, dalla quale ebbe nove figli fra cui Giacomo (1891 - 1965), Battista, Luigi, Basilio, Umberto, che parteciparono all’attività della famiglia. Giacomo Gnutti (n. 1891) fu il padre della medaglia d'oro al Valor Militare, Serafino (1916 – 1941).
Serafino Gnutti, nato nel 1916, chiamato alle armi nel 1937, fu destinato al Corso Ufficiali Alpini di Bassano del Grappa, col grado di Sottotenente; assegnato al Battaglione "Val Chiese", 11º Reggimento alpini, Divisione Pusteria, fu inviato, nel 1940, in prima linea, subito dopo lo sbarco a Durazzo e morì durante la battaglia del 20 gennaio 1941 contro i greci. Ottenne la medaglia al Valor Militare ed alla sua memoria sono stati dedicati: una sala nel collegio civico di Desenzano del Garda, una camerata nella scuola A.U.C. di Lecce, un monumento nel Villaggio Gnutti di Lumezzane, diversi gruppi ANA, una sezione dell'Associazione Combattenti e Reduci, un rifugio alpino nei pressi dell'Adamello, due caserme, una a Vipiteno, l'altra a Brescia, la scuola primaria di Serle (BS) e l'oratorio di Toscolano Maderno (BS).
Tra il 1950 ed il 1951, Giacomo Gnutti donò un album di fotografie a tema coloniale, dedicate al figlio, Serafino, al Museo della Guerra di Rovereto.
Storia archivistica
- La raccolta fotografica a tema coloniale fu realizzata da Giacomo Gnutti, probabilmente acquistando le immagini sul mercato locale o tramite collezionisti. Non riflette esperienze dirette di Serafino o di altri membri della famiglia Gnutti.
L’album faceva parte dei materiali utilizzati per l’allestimento di una vetrina nella sala della fanteria al secondo piano del Museo della Guerra, dedicata alla medaglia d’oro Serafino Gnutti.
In occasione del progetto “Decolonizing Colonial Heritage. Fondi fotografici sul colonialismo italiano tra la fine del XIX secolo e il secondo conflitto mondiale”, elaborato dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e dalla Fondazione Museo Storico del Trentino con sede a Trento e finanziato dalla Fondazione Caritro per gli anni 2022 – 2024 si è provveduto alla scansione dell’album fotografico e alla sua catalogazione. La catalogazione è stata curata da Sara Maffei, la redazione delle schede fondo e soggetto produttore è stata affidata a Sabina Tovazzi, entrambe con il coordinamento del dott. Nicola Fontana, conservatore dell’archivio del Museo della Guerra di Rovereto.
Bibliografia
- FONTANA N., Censimento dei fondi fotografici coloniali del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, in Annali, Museo Storico Italiano della Guerra n. 31/2023, pp. 174 - 175